mercoledì 24 dicembre 2008

CAPITOLO UNDICESIMO




MAOMETTO E IL SUO AMIKETTO

Visto che Gesù Cristo non ebbe figli, la linea ancestrale della mia famiglia che porta ai giorni nostri va ricercato in un'altra diramazione genealogica del ceppo di Shem, figlio di Noè. Il primo propropropropropropropropropropropropropropropropropropropropropropropropropro
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propropropropropro genitore di cui si abbiano notizie nacque in una città chiamata La Kecca (oppure Al Caccah, nella lingua madre della regione), circa cinque secoli dopo Cristo. Si chiamava Muhammad ma il suo nome diventò Maometto perché faceva rima con frocetto, culetto, fighetto e con il suo amichetto, che gli stava sempre vicino. Inutile stare a spiegare che Muhammad, o Maometto, era un gran ricchione.
Maometto apparteneva a un clan di magnaccia ma era orfano del padre fin dalla nascita e quindi, allevato dalla madre, i suoi modi di fare erano diventati particolarmente effemminati. Quando anche sua madre morì pochi anni dopo, Maometto arrivò a idolatrarla nella sua mente, finendo così per voler essere come lei, una donna a tutti gli effetti.
Maometto fu allevato da suo nonno Incul-At-Eh e da suo zio paterno Abu-Sadim-Eh che erano due depravati pedofili incestuosi e lo sfruttarono sessualmente per anni.
Un giorno, suo nonno e suo zio lo portarono in Siria per farlo prostituire con un monaco cristiano di nome Sbahvhoso che rimase talmente colpito delle doti amatorie del giovane Maometto (dalle parti della Siria non c'erano molti puttani) che decise di voler tenerlo con se.
"Questo frocett… cioè Maometto è il grande profeta del godimento!", annunciò, "L'ho riconosciuto dal buco nero tra le sue chiappe, cioè… volevo dire dal neo tra le sue scapole".
Gli zii erano già pronti a trattare ma un'altra zia di Maometto, Fatti-mast-Urbar, anch'ella puttaniera ma molto più abile ad amministrare il business degli zii sudicioni non ne volle sapere e insistette per tenere il piccolo Maometto con se, intravedendo possibilità di guadagno ben più importanti di quanto quello straccione del prete siriano avrebbe mai potuto pagare.
"Non se ne parla neanche", disse zia Fatti. "Non me ne frega niente se Maometto è un profeta, lui è nostro e rimane con noi".
Ma nulla potè Zia Fatti quando arrivò un'offerta particolarmente sostanziosa da parte della ricca vedova Vahjina ibn Kahlor, che comprò Maometto da usare come mobiletto vicino al suo letto.
Si dice che solesse andare in giro dicendo "E questo Maometto dove lo metto? Lo metto nel cassetto o lo tengo in armadietto? Lo butto dal muretto o me lo infilo nel reggipetto? E' solo un mobiletto, lo tengo vicino al letto". Inutile spiegare che Vahjina ibn Kahlor era completamente pazza.
Ad ogni modo, vivendo con Vahjina ibn Kahlor, Maometto conobbe per la prima volta dalla morte di sua madre un po' di pace e serenità, tanto che arrivò persino a sposarla all'età di 24 anni. Ovviamente Maometto e Vahjina non fecero mai sesso ma essendo lei, oltre che pazza, molto ricca, era circondata da puttani che la trombavano regolarmente in cambio di un po' di vitto e alloggio e fu così che Maometto si ritrovò ad avere ben quattro figlie (Muh-yalah, Umm-Ori-Fluenti, oltre alle gemelle Fah-di-Meh e Quel-Keh-Vuoj) e due figli che però Maometto uccise quando erano appena nati per l'odio viscerale che ormai provava per tutti gli uomini a causa degli abusi subiti.

L'ossessione di Maometto infatti era di vendicarsi, trovare un modo per punire tutti gli uomini per ciò che aveva dovuto passare da piccolo. Non dovendo lavorare per vivere grazie alla ricchezza di Vahjina, Maometto potè concentrarsi su questa ossessione.
La soluzione gli si presentò come per miracolo. Maometto era in una grotta dove andava a farsi chiavare di nascosto. I froci venivano condannati a morte quindi doveva nascondersi e farsi trombare nelle grotte dove di notte bazzicavano i puttani. Nell'apice dell'orgasmo anale capì che il modo migliore per vendicarsi era di convincere gli uomini a credere in una religione talmente bastarda che li privasse di tutti i piaceri della vita, illudendoli invano di trovare tutti i piaceri nell'aldilà. Prima di tutto doveva inventarsi il nome del Dio di quella religione ma non aveva molta fantasia così lo chiamò Allah, cioè Dio. Era un po' come chiamare il proprio cane Cane o il proprio gatto Gatto.

Sentendosi chiamato in causa Dio si risvegliò. Da quando era arrivato Gesù sulla Terra, in tutti i territori cristiani lui era ormai passato in secondo piano. Ma non aveva più tanta voglia di lottare per farsi adorare come quando era giovane. Gli bastava quel poco di attenzione che gli davano ebrei e cristiani per esistere, facendosi i cazzi suoi senza dannarsi troppo. Però questo Maometto gli stava proponendo un'opportunità unica, da non lasciarsi sfuggire. Praticamente Maometto gli offriva di tornare a dominare tutti gli affari terrestri, mentre lui si sarebbe limitato ad assumere il ruolo di profeta: una partnership in cui Maometto avrebbe fatto il marketing e le PR, diffondendo il marchio "Allah" (visto che Dio era già sotto copyright dei cristiani e Jahovah degli ebrei) e Dio non avrebbe dovuto fare un bel nulla.
Così si presentò da Maometto, questa volta vestito di bianco, facendo finta di essere un suo emissario per conferirsi una maggiore importanza.
"Quindi vorrei… cioè Allah vorrebbe sapere… praticamente tutte queste vergini che prometti nell'aldilà… ovviamente è una balla vero? Perché se potessi… cioè se Dio potesse avere tutte quelle vergini strafighe certamente non le regalerebbe a dei cazzo di umani straccioni e per di più morti".
"Chiaro, chiaro. Tutte balle, solo per incularli meglio"
"Quindi il tuo obiettivo è solo metterlo nel culo all'umanità?"
"Sia figurativamente che letteralmente, direi"
"E cosa succede a chi disobbedisce alle tue… cioè alle mie… cioè alle leggi di Allah?"
"Beh… lo uccidiamo no?"
"Chiaro, chiaro, mi piace il tuo modo di pensare".
"Quindi in cosa consisterebbero le tue… cioè le mie… cioè le leggi di Allah?"
"Allora… cercherò di essere breve. Prima di tutto ci saranno dei concetti di base come la necessità di credere in Allah come solo e unico Dio e Maometto come suo profeta. Poi la solita solfa del paradiso per i seguaci e dell'inferno per chi non crede. Questa volta, come ti dicevo, farei il paradiso più divertente di quello cristiano, con, appunto, le vergini da bombare, cibo, alcolici e droga a fiumi. Questo, ovviamente, per assicurarci la fedeltà dei credenti e ottenere più facilmente la loro disponibilità al martirio. Per quanto riguarda le basi del credo, pensavo a 5 pilastri e anche qui non è che ci sia molto da dire… Punto primo è diffondere la religione, così che ci sia ancora meno lavoro da fare per noi. Punto secondo è l'esecuzione della preghiera, così che quei bastardi devono rompersi le balle ogni giorno, direi almeno cinque volte al giorno, per ricordarsi di Allah e Maometto: più li teniamo sotto torchio meno rischieremo di perderli per strada…"
"Bello, questo mi piace un sacco", lo interruppe Allah, "Cioè, volevo dire, sono sicuro che a Dio gli piacerà un casino: essere venerato gli da un potere maggiore".
"Bene, bene ma non è finita: affinchè le preghiere siano valide obbligheremo quei bastardi a seguire delle regole precise che garantiscano la loro purezza, come ad esempio il divieto di bere alcol o l'obbligo di vestiario adeguato: le donne le faremo coprire dalla testa ai piedi così gli uomini non potranno più vedere neanche un po' di coscia o pancia o altre parti che piacciono a quei bastardi. Senza l'alcol e senza vedere i corpi delle loro donne vedrai che quei bastardi non tromberanno più neanche per sbaglio e faranno qualsiasi cosa per avere le vergini in paradiso".
"Mi sembra un po' esagerato ma se lo dici tu…"
"Lasciami finire. Ovviamente obbligheremo tutti i credenti a pagarci delle tasse. Diremo che è un dovere imposto da Allah per il benestare del profeta. Questo è il mio guadagno per il lavoro che farò per te. Spero che tu non abbia niente in contrario".
Dio, che di soldi non ci capiva niente, disse che era d'accordo.
"Infine – concluse Maometto - anche se non serve assolutamente a nulla se non a farli soffrire inutilmente, li obbligheremo a digiunare per un intero mese e ad affrontare vari pellegrinaggi massacranti verso posti sacri che mi inventerò. Ovviamente sia durante il mese di digiuno, sia durante il pellegrinaggio, saranno obbligati a pregare come dei dannati".
"E questo non può che farmi piacere", disse Dio entusiasta. Il tuo piano malvagio mi sembra assolutamente geniale".

"Ora però bisogna scriverlo", disse Maometto, "tu sei capace?"
"Io veramente no, l'ultima volta che ho dovuto scrivere una roba me l'ha scritta Mosè".
"Porcodd… anch'io sono analfabeta. E mo' che facciamo?"
"Spe – disse Dio – mo' ci penso io. Vado a prendere un ebreo. Quelli lì alla fine fanno sempre quello che gli chiedo e poi sono tutti istruiti. Si vede che a forza di prenderlo nel culo da me qualcosa hanno imparato. Dopotutto sono stati il primo popolo a cui ho rotto i coglioni".
Ormai Dio non faceva più neanche finta di essere il suo emissario.
Così Dio portò un vecchio commerciante ebreo al quale Maometto dettò il suo Cor-ano, così chiamato perché i contenuti venivano un po' dal cuore di Maometto e un po' erano cagate provenienti dal suo culo.

Ora che il credo era nero su bianco nel Cor-ano, Maometto, con il benestare di Dio, cominciò a predicare la sua religione ma, ovviamente, nessuno aveva la benchè minima intenzione di dargli corda e seguire una religione così assurda dove in cambio di un ipotetico paradiso post mortem pieno di ogni ben diddio bisognava rinunciare a qualsiasi divertimento terreno.

Intanto, nel 619, morirono suo zio Abu-Sadim-Eh e sua moglie Vahjina ibn Kahlor e Maometto si sentì per la prima volta libero. Non nutriva più l'odio per tutti gli uomini a causa di suo zio e non era più legato a quella pazza psicotica di sua moglie. Così Maometto si risposò con Ah-Miketto Suk-kia-Caz, che era un uomo ma era talmente effemminato che Maometto riuscì con successo a farlo passare per una donna al matrimonio. Quandò però il segreto venne scoperto, Maometto fu costretto a scappare con Ah-Miketto per rifugiarsi a Yathrib, a 200 miglia da La Kecca.

Qui Maometto si rese conto che per riuscire a imporre il suo credo sulla gente doveva per forza condividere i benefici della religione con altri 10 stretti collaboratori ai quali spiegò le sue intenzioni. Erano dieci puttani omosessuali che egli chiamò i 10 benedetti, principalmente perché gli avevano lasciato benedire il loro culo. Così, un poco alla volta la comunità di credenti si allargò e prese il nome di Cum-ma.

Così Maometto divenne abbastanza forte per marciare su varie città tra cui Medina. Gli sconfitti furono barbaramente torturati e trucidati dai soldati di Maometto, che potè così sfogare il proprio odio. Le donne e i bambini furono schiavizzati e obbligati a seguire gli insegnamenti del Cor-ano.

Nel 630 Maometto e il suo esercito marciarono su La Kecca e la conquistarono, portando la Cum-ma al suo massimo splendore. Maometto era potente e venerato da tutti e come al solito, Dio cominciò a indispettirsi e a ingelosirsi. Va bene Gesù, ma proprio non sopportava che un umano vivente fosse così al centro dell'attenzione. Allora scese a parlare con Maometto.
"Senti Mao, va bene tutto però non mi sembrava che gli accordi fossero così. Tu avevi detto che avresti fatto il marketing per me, non per te stesso".
"Infatti. Sto diffondendo ovunque la parola di Allah"
"Ma la parola di Allah è la tua parola. Alla fine la gente venera te, non me".
"Senti Dio, non rompere il cazzo. Sto facendo quel che posso. Se non ti va fottiti!"
Dio era furibondo ma non era uno che si era mai scontrato direttamente con i forti, aveva paura del confronto. Così inviò il suo fedele aiutante, Satana, sulla Terra per sviare Maometto dal suo compito.
Visto che Maometto era completamente omosessuale e legatissimo al suo Ah-Miketto, Il diavolo questa volta assunse le sembianze di un uomo bellissimo. Come quando si tramutava in donna, anche sotto questa forma, era impossibile resistergli e Maometto, quando un giorno gli fu presentato da un qualche magnaccia locale, non fu da meno.
“E tu chi saresti bello mio?”, gli disse Maometto vedendolo
“Sono un diavoletto”, gli rispose Satana ammiccando
“Ah ma non mi sembri cattivello”, continuò Maometto flirtando pesantemente. Il cazzo gli stava esplodendo
“Posso esserlo, se tu lo vuoi”, preseguì Satana
“Allora vieni qui con me che ti faccio vedere il paradiso, mio caro diavoletto”
“Oh ma io il paradiso lo trovo così noioso. Vieni con me bel maschione che ti porto all’inferno”
Maometto era così eccitato che non ci capiva più niente e si lanciò dal suo trono per afferrarlo. Il diavolo si spostò con un movimento quasi impercettibile e Maometto cadde per terra. “Oh poverino” disse con la sua risata sexy da transessuale. Vieni con me che ti farò sentire meglio” E così si incaminò vero gli inferi
Maometto doveva averlo. Non resisteva. Lo desiderava così tanto che, nel 632 DC, lo seguì, correndo con il cazzo che gli penzolava davanti e sbavando, fino all'inferno.

Nell'aldilà Maometto non aveva più alcun potere e Satana, su comando di Dio, lo punì severamente, sbudellandolo. Un giorno Dio si recò a fargli visita. Era curioso di vedere come se la passava. E lo vide lì, con lo stomaco squartato. Tra le gambe gli pendevan le minugia, la corata pareva e 'l tristo sacco che merda fa di ciò che si trangugia.

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