lunedì 15 dicembre 2008

CAPITOLO SECONDO


CAPITOLO ZERO
SEGA GENESIS*
*Sega Genesis e' il nome americano della console che in Italia era conosciuta come Megadrive, quindi il gioco di parole, purtroppo, funziona solo per chi è biculturale

Il primo giorno Dio era seduto sul cesso. E spingeva e spingeva e spingeva ma non riusciva proprio a cagare. Poi, dopo alcuni miliardi di anni, riuscì a spingerne fuori un pezzetto. “Cazzo questa è proprio grossa” pensava con tutti i muscoli dal culo allo stomaco tesi per lo sforzo immane. Alla fine uscì una palla tonda di merda, coperta anche dal sangue delle emorroidi di Dio. Dio si alzò dal cesso e guardò la palla. Era proprio tonda, sferica e puzzava tremendamente. Dio aspirò un po’ del metano che avvolgeva la palla di merda è pensò: “Non posso buttarla via nel buco nero del cesso”. La raccolse e la mise in giardino, insieme a tutti gli altri miliardi di palle di merda che aveva cagato nella notte dei tempi. Però questa palla era proprio speciale e Dio ci si affezionò particolarmente. Non gli era mai importato delle altre cagate ma questa sembrava proprio particolare. Però dopo un po’ se ne dimenticò e andò a leggersi un giornaletto porno prima di addormentarsi.
E fu sera e fu mattina: primo giorno.

Il giorno dopo Dio si svegliò ma un pensiero continuava ad agitarsi nella sua mente. Quella perfetta palla di merda del giorno prima. Non poteva lasciarla in quel giardino buio insieme alle altre palle di merda. Così la prese e la mise tra alcune altre palle di merda particolarmente ben riuscite in una stanza apposita e accese la luce. Rimase a guardare le nove palle di merda della stanza per tutto il giorno, poi si stufò e andò a dormire.
E fu sera e fu mattina: secondo giorno

L’indomani Dio si svegliò che gli scappava da pisciare terribilmente. Gli scappava così tanto che non si accorse che invece di essere in bagno, era finito nella stanza delle palle di merda speciali e, con gli occhi ancora socchiusi dal sonno, pisciò proprio sopra la sua palla di merda preferita. Quando si accorse dell’errore era già troppo tardi. “E vabbè, checcivuoi fare” disse a se stesso e continuò a pisciare sulla palla di merda. La sua piscia, pero', cadde solo in alcune zone, lasciandone altre asciutte. Dio vide che nelle aree in cui aveva pisciato, grazie alle proprietà particolarmente rigeneranti della sua piscia divina, si stavano rapidamente formando delle specie di batteri a forma di alberi ed erbe. La cosa lo stupì ma non se ne curò più di tanto. Rimase a guardare i batteri che si riproducevano per il resto della giornata poi, stufo, se ne andò a dormire.
E fu sera e fu mattina: terzo giorno.

Al risveglio Dio ricominciò subito a pensare alla palla di merda. Quella palla di merda lo interessava assai. Dopotutto aveva passato miliardi di anni a cagare, pisciare e farsi le seghe e ormai la sua vita era diventata veramente montona. Quella palla di merda era un’interessante cambiamento e andava valorizzato. Così Dio decise di usare i suoi poteri per fare in modo che la palla di merda girasse con altre palle di merda intorno a una palla luminosa che le illuminava tutte e le rendeva ancora più divertenti da guardare. Poi, non contento, aggiunse miliardi di altre palle di luce e ancora più miliardi di altre palle di merda. Poi Dio diede una spintarella e tutte le palle di merda presero a roteare intorno alle palle di luce. Ma a lui interessava soprattutto una palla di merda e si divertiva a tenerla sempre sott’occhio. Fino a che, ore dopo, crollò sfinito, non abitutato a quello sforzo di concentrazione.
E fu sera e fu mattina: quarto giorno.
Quando tornò in sé, le palle di merda stavano ancora girando vorticosamente intorno alle palle di luce che avevano iniziato a girare intorno ad altre palle di luce, formando mucchi di palle di merda e di luce che giravano su se stessi e intorno ad altri mucchi di palle di merda e di luce. Il fetore era veramente notevole e Dio, per quanto sempre appassionatissimo alla sua palla di merda preferita, cominciava a soffrire e gli venne un conato di vomito. Stravolto dalla nausea, si avvicinò alla sua amata palla di merda che però gli diede il colpo di grazia e Dio vomitò proprio sulla sua palla di merda. Dopo essersi ripreso, Diò guardò la sua palla di merda ricoperta di sangue, piscia e vomito e vide che dove c’era il vomito si stavano formando degli altri batteri, che assumevano la forma di pesci quando il vomito era mescolato alla piscia; di bestiame, rettili e altri animali selvatici quando il vomito rimaneva sulla merda senza mescolarsi ad altre cose e di uccelli che ronzavano intorno alla palla di merda quando il vomito era mescolato con il sangue. Così Dio era ancora più divertito di prima e li guardò intensamente moltiplicarsi per ore e ore. Poi sfinito e ancora un po’ nauseabondo andò a dormire.
E fu sera e fu mattina: quinto giorno.

All’alba del giorno dopo, Dio si alzò di ottimo umore. Erano ormai cinque giorni che non si faceva più le seghe perché la palla di merda lo aveva tenuto così occupato. Era proprio contento, così contento, mentre guardava le evoluzioni della sua palla di merda, cominciò a toccarsi l’uccello. Subito l’astinenza glielo fece rizzare e diventare durissimo, così duro che, dopo neanche un paio di miliardi di anni, venne con violenza proprio sulla sua palla di merda. L’orgasmo lo lasciò senza fiato per un po’ ma, dopo essersi ripreso, Dio guardò la sua palla di merda e vide che dove era caduto lo sperma si stava formando un uomo che gli assomigliava un casino. Dopo essere cresciuto un po’ l’uomo lo vide e gli urlò “Che cazzo vuoi? Stronzo!”. Dio se la prese un po’ a male ma era così divertito dal mini-me sulla palla di merda che decise di crearne un altro. Non aveva più sperma in corpo dopo l’enorme eiaculazione però si ingengnò: strappò una costola all’uomo e con essa formò il corpo della donna. Poi ben sapendo che di esseri fatti a sua immagine e somiglianza non potevano essercene troppi perchè di cagazzo onnipotenti nell’universo ne bastavano un paio, plasmò la donna secondo la sua idea di un essere perfetto, che poi era l’idea che si era fatto leggendo i giornaletti porno. L’uomo vide la creazione e ne fu entusiasta. Dio, dal canto suo, era piuttosto felice anche se un po’ geloso del suo omino. Quindi gli impose di non chiavarsi la donna a nessun costo e in cambio avebbero potuto vivere entrambi in un posto perfetto, sempre comunque sulla palla di merda, dove Dio stesso si sarebbe preoccupato di procurargli tutto ciò di cui avevano bisogno.
E fu sera e fu mattina: sesto giorno

Il settimo giorno Dio, spompo, passò tutto il giorno a letto a cazzeggiare e a farsi le seghe pensando a Eva che si sditalinava invocando il suo nome: “Oh Dio, oh mio Dio, Diooo, Dioooooo Diooooooooooo, come Godoooooo!!. Lunedì, per essere sicuro che Adamo non approfittasse della situazione tornò trovare i suoi omini sulla palla di merda, promettendogli la vita eterna nel Paradiso Terrestre, che altro non era che una parte della palla di merda particolarmente zozza, in cui era sorta una flora e una fauna particolarmente rigogliose.
All’inizio l’uomo e la donna erano più che contenti della sistemazione e adoravano Dio e gioivano quando veniva a trovarli ma, come tutte le cose belle, la tregua non durò a lungo.
Questa però è un’altra storia.

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